Lo abbiamo letto un paio di giorni fa: un uomo in quel del deserto californiano si è schiantato col suo missile, lanciato in orbita per dimostrare a tutti che la terra è piatta.
Ebbene, noi siamo qui, a farci il passaparola sulle norme igienico sanitarie per salvarci la pelle, svuotiamo gli scaffali dei supermercati perché non sia mai arriva la siccità. Ci chiudiamo in casa, i governi ci inviano i protocolli, i bar abbassano le saracinesche, la borsa si schianta, i miliardi se ne vanno. I treni vanno in tilt, le compagnie rimborsano chi decide di non partire, le aziende obbligano i dipendenti al telelavoro… E poi, dall’altra parte del mondo, c’è chi decide di schiantarsi per dimostrare che la terra è piatta!
Mad Mike Huges l’autore dell’impresa, un 64enne californiano con un curriculum di tutto riguardo, perfettamente in linea con la sua ultima mandrakata: autista di Limousine, aveva poc’anzi conquistato il record di salto in lungo a bordo della vettura – dunque c’è chi sovvenziona e promuove competizioni di salto in lungo con la Limousine. Continuando, poi, a scorrere la proverbiale carriera, incappiamo nella seconda impresa: costruzione di razzi fatti in casa. Può scattare un altro risolino, ma poi scopriamo che anche in questo caso il vegliardo aveva i suoi patrocinatori: una serie TV chiamata “Home made Astronauts”, pronta a finanziare dilettanti allo sbaraglio che costruiscono veicoli spaziali. Il lancio doveva essere mandato in onda su Science Channel, e grazie ai suoi famosi cinque minuti di successo, l’improvvisato astronauta avrebbe potuto dimostrare al mondo la veridicità della sua teoria: non appena il siluro avesse raggiunto quota 1500 metri, avremmo avuto modo di osservare la terra al massimo del suo splendore, dalla migliore delle prospettive che ne evidenziasse l’inconfondibile forma a frisbee. Lo spettacolo ci avrebbe finalmente fatto uscire dal delirio di vivere sopra una sfera, e una volta che il genere umano avesse ripreso contatto con la realtà, forse il mondo sarebbe veramente diventato un posto migliore. Le guerre sarebbero finite, le epidemie scomparse, i sistemi capitalistici tramontati, la dinamica sfruttato-sfruttatore si sarebbe interrotta. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto: Mad Mike deve aver dotato il diabolico marchingegno di un paracadute piuttosto fragile, e dopo averlo lanciato da un camion munito di rampa nel bel mezzo del deserto californiano, per un banale strappo è andato a schiantarsi in mezzo a cactus e coyote. La vicenda è senza dubbio grottesca, e qui chi ne esce con la reputazione rovinata è proprio il povero Mad Max che, tuttavia, altro non è che una marionetta i cui fili sono mossi da qualcuno a cui di venerdì, probabilmente, ne mancano molti di più. Campione di salto in lungo con la Limousine, abbiamo detto, ma quello che ci si chiede è chi diamine possa indire un concorso così ridicolo, oltre che pericoloso. Stesso vale per la trasmissione pronta a finanziare astronavi costruite personalmente. Il matto c’è sempre, è vero, ma forse, dietro quei gesti senza dubbio strampalati risiede qualcosa di ancora più perturbante che entra nel nostro quotidiano in modo molto più subdolo: sono i normali che appoggiano e promuovono tutto questo; sono quegli stessi normali che dall’alto dei loro abiti inamidati si insinuano tra uno zapping e l’altro, promuovendo una visione della realtà distorta, ma resa consueta a tal punto da dissuaderci dal fare domande scomode. E allora perché un poveretto dall’indole piuttosto eccentrica arriva a fare una fine del genere? Perché, proprio in un periodo in cui ci stiamo rendendo conto del valore della vita, uno arriva a buttarla via così? Si può risolvere la questione raccontando che gli mancava qualche venerdì, ma per arrivare a costruire un razzo di quella portata oltre che tempo, soldi e investimenti, occorre anche una bella dose di solitudine, poiché anche il più svitato dei propositi può essere fermato per tempo da chi si rende conto che c’è qualcosa che non va. E forse a Mad Mike mancava qualcosa di più di qualche venerdì. Forse quella perdita di rapporto con la realtà al punto tale da arrivare a negare l’innegabile, si è tradotta nella tragedia di uno schianto nel bel mezzo del deserto californiano.
Ma certamente, prima di arrivare a tanto c’era qualcos’altro, nell’indole di Mad Mike, che probabilmente era andato perduto da tempo.
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